Alto potenziale cognitivo a scuola. Riconoscere e formare l’allievo.
Vademecum per i docenti. ZPS-APC
Disturbi esternalizzanti e internalizzanti
Giovanni Galli
I disturbi esternalizzanti riguardano quelle situazioni in cui il disagio del bambino e dell’adolescente si riversa verso l’esterno, provocando una situazione di disturbo nell’ambiente circostante.
I problemi internalizzanti sono caratterizzati da difficoltà emotive e comportamentali. Sono contraddistinti da sintomi di ipercontrollo, cioè il giovane tende a regolare i propri stati emotivi e cognitivi in modo eccessivo e inappropriato. Il termine “internalizzante” indica proprio che i problemi in questione sono sviluppati e mantenuti all’interno.
I problemi internalizzanti, spesso sono sintomi mal interpretati o trascurati poiché a differenza di quelli esternalizzanti, prevalentemente disturbanti e che quindi portano compromissione delle relazioni sociali, sono invece difficili da individuare esclusivamente con un’osservazione esterna.
In presenza di problemi esternalizzanti, il comportamento del bambino o dell’adolescente è connotato da alcune caratteristiche:
- egocentrismo;
- ricorso all’aggressività per ottenere ciò che si vuole;
- oppositività e trasgressione di norme sociali e legali.
Troviamo queste caratteristiche in 3 disturbi:
- ADHD o Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
- Disturbo Oppositivo-Provocatorio
- Disturbo della Condotta
Le manifestazioni internalizzanti sono numerose e complesse, è possibile suddividerle in quattro tipologie principali:
- Ansia
- Depressione
- Ritiro Sociale
- Problemi psicofisiologici(lamentele di fastidi o dolori fisici che non hanno base medica accertata).
È possibile che queste manifestazioni siano accompagnate da bassa autostima, problemi scolastici e scarse relazioni sociali.
I disturbi d’ansia coinvolgono:
- Stati d’animo soggettivi(disagio; paura; terrore)
- Comportamenti manifesti(evitamento e fughe)
- Reazioni Fisiologiche(nausea, tremori, sudorazione e innalzamento dell’arousal).
La depressione si manifesta nei bambini e negli adolescenti con la presenza di alcuni sintomi:
- umore depresso o tristezza eccessiva;
- irritabilità;
- perdita di interesse per le attività;
- alterazioni del sonno;
- ritardo psicomotorio o lentezza nel movimento fisico o agitazione fisica;
- affaticabilità o mancanza di energia;
- lamentele somatiche;
- percezione di inadeguatezza, mancanza di valore personale o senso di colpa;
- variazione del peso corporeo (aumento o diminuzione).
Il ritiro sociale è una condizione che si manifesta in presenza di un altro problema, come l’ansia o la depressione.
Bambini e ragazzi socialmente ritirati evitano attivamente la compagnia altrui. Possono essere scarsamente responsivi alle iniziative sociali dei coetanei e presentare deficit comportamentali in specifiche abilità nel fare e mantenere amicizie.
Il ritiro sociale nei bambini e nei ragazzi presenta diverse caratteristiche:
I problemi psicofisiologici sono lamentele di fastidi, malattie o dolori fisici che non hanno una base medica accertata. Si presume che tali sintomi siano causati da disagio emotivo e che la loro natura sia psicologica e non fisica.
disturbi, come l’ansia o la depressione.
Le lamentele somatiche più frequenti in età evolutiva sono:
- mal di stomaco, dolori addominali o nausea;
- mal di testa;
- dolori agli occhi;
- dolore agli arti e alle articolazioni;
- sensazione di formicolio o di torpore alle estremità;
- vertigini;
- senso di debolezza;
- sensazione di svenimento.
Molto frequente è la sovrapposizione tra i vari disturbi internalizzanti–esternalizzanti.
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Aprile 2021