tratto da:
Dal Big Bang a vestiti nuovi dell’imperatore. Cosa ci insegnano gli apc.
Capitolo primo: Cosa ci insegnano gli apc a proposito della scuola.
Veniamo alla questione del pensiero arborescente, regolarmente chiamato in causa quando si parla di plus dotazione.
Ebbene cosa è? La domanda si pone, perché troppo spesso si confonde l’arborescenza con la libera associazione.Se ambedue queste modalità presentano l’esplorazione e la connessione tra idee e concetti, si differenziano in modo significativo nel loro procedere e nell’intenzionalità.
Bisogna essere ben in chiaro cosa s’immagina con l’arborescenza.
Tutte le volte che, al bar con gli amici, parliamo del più e del meno facciamo della arborescenza?
Molto dello stare assieme, del parlare è allora una arborescenza. Ma questo lo fanno tutti. Ma allora l’arborescenza si disperde nel chiacchiericcio.
Quello dell’arborescenza rischia di diventare una mitopoiesi.
Fondamentalmente, l’arborescenza viene descritta “nell’aprire parentesi”. Una sorta di definizione di incisi verbali in altri incisi, eccetera, in un periodo grammaticale.
Altra cosa è considerare l”aggiunta di argomenti, come apertura di altri metodi di pensiero su un medesimo oggetto di pensiero.
Mettiamo l’alto potenziale cognitivo. Abbiamo una serie di argomenti ad esso relativi: gli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, strumentali, educativi, didattici …
Un procedere sarà quello di descrivere le varie caratteristiche, in maniera ordinata e sistematica.
Un altro procedere sarà quello di definire-costruire i legami tra una e l’altra caratteristica, come nell’immagine annessa (pentagono stellato) dove gli argomenti non hanno più ordine prestabilito.
Un po’ come descrivere le regole e i valori delle carte nello scopone scientifico o gli scacchi. Il gioco ha vari percorsi possibili, ma un bravo giocatore non perde di vista l’obiettivo.
Il problema è che l’arborescenza ha sempre a che fare con una sequenzializzazione. Quindi un controllo. Ha sempre un ordine di successione nella sua espressione. A meno di averne una rappresentazione visiva. La rappresentazione visiva permette la molteplicità, diremmo simultaneità di vari livelli.
Altrimenti abbiamo solo pensiero associativo (ben descritto in psicanalisi), pensieri intrusivo o disordine.
Il pensiero arborescente, è un modo di pensare non lineare caratterizzato da connessioni multiple e fluide tra idee, concetti e informazioni.
Il pensiero arborescente implica però una certa strutturazione. Non è semplicemente una libera associazione.
Le idee sono organizzate in modo gerarchico-categoriale, categoriale come i rami di un albero, con un’idea in iniziale da cui si diramano altre idee correlate. Oppure organizza le informazioni secondo un sistema di classificazione vedasi categorizzazione di classi e sottoclassi. Tale metodologia si basa pertanto su un approccio sistematizzato ante, dove ogni idea andrebbe collegata alle altre con dei nessi logici.
Questa strutturazione, se parte da una idea cronologicamente iniziale, non comporta per forza che la sua strutturazione metta al centro l’idea iniziale (o all’inizio).
Le libere associazioni sono piuttosto più fluide e non seguono una struttura rigida. Un’idea ne porta un’altra senza un filo logico strutturante.
Si basa sulla spontaneità e sulla mancanza di censura, dove ogni pensiero che affiora alla mente viene espresso senza giudizio. Penso per esempio le chiacchiere al bar.
Pertanto stiamo attenti perché spesso ciò che è chiamato arborescenza in verità e intrusività di idee pensieri che niente hanno a che fare con il problema di partenza.
Esempio finale
Immaginate di essere a scuola, quando il docente propone il dettato.
Pertanto il docente dirà: “prendete penna e carta, perché facciamo un dettato”.
Questo ciò che potrebbe pensare a un giovane APC durante l’esecuzione. Le divagazioni hanno sempre un bersaglio, che è il gatto.
- È un mammifero
- Il nonno ha un gatto
- Ma quello nero di chi è …
- In Egitto si chiamava Bastet
- Ha cinque lettere (come in egiziano)
- Chissà se la signora X che è sola, dalla morte del marito, un gatto le farebbe compagnia
- Bisogna ancora scrivere, scrivere
- Il ron ron lo fanno quando stanno bene …
- Chissà come fanno
- Volevo un gatto nero …
- Il Gatto e la gabbianella (Sepulveda)
- Tutti quanti, tutti quanti, tutti quanti vogliono fare il jazz il Jazz … alleluja! https://www.youtube.com/watch?v=LRhhgnUDNkk
Giovanni Galli, ottobre 2024,
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